
Carnevale 2020: le nuove mascherine
di Vincenzo Sparagna - 15-2-2020
Strano Carnevale questo del 2020, alle tradizionali maschere giocose che simboleggiano l’uscita dalla quotidianità seriosa, la liberazione dei desideri, lo scambio scherzoso dei ruoli, si sono sostituite in zone sempre più estese del mondo le mascherine protettive, usate contro le polveri sottili nelle città, o per proteggersi dal corona virus, e, più in generale, per sfuggire agli infiniti pericoli che ormai galleggiano nell’aria come invisibili killer. Chissà se questo ulteriore drammatico segnale di degrado dell’ambiente servirà a svegliare le popolazioni e i leader politici rispetto alla gravità estrema della situazione in cui ci troviamo. La minaccia non è solo il riscaldamento globale che procede a ritmi accelerati e rischia di desertificare e cancellare intere zone del pianeta, c’è pure la diffusione planetaria dell’indistruttibile plastica, le scorie velenose di una produzione industriale indifferente alle conseguenze che provoca sulla salute, i pesticidi che stanno sterminando le api e migliaia di specie viventi, le nuove malattie che la globalizzazione può trasformare velocemente in terribili pandemie. Il fatto è che l’attuale modo di vita dell’umanità è squilibrato. Basti pensare alle megalopoli, città di decine di milioni di abitanti, in cui la sopravvivenza è affidata a reti complesse, e dunque fragili, di distribuzione dell’acqua, del cibo, dell’energia. Ma tutto sarebbe ancora risolvibile se non s’accompagnasse all’inquinamento mentale. Si moltiplicano fanatismi religiosi, ideologie sovraniste e xenofobe, guerre senza fine. Invece di sentirsi parte di una comune famiglia, gruppi politici o religiosi agiscono in una logica di predominio fratricida e in fondo suicida. Guardiamo l’Italia. Mentre bande di incompetenti e arraffapoltrone al governo e all’opposizione, si scannano come belve per qualche voto in più, è risalita a galla la merda del razzismo e dell’antisemitismo. Povera vecchia patria dell’arte e dell’intelligenza ridotta a verminaio di odio e ignoranza! L’unico messaggio positivo viene da chi scende in piazza mettendoci un po’ di cuore, come la coraggiosa Greta dalle lunghe trecce o le (fin troppo) ingenue sardine, simpatici pesciolini azzurri purtroppo già quasi completamente inghiottiti e digeriti da un sistema mediatico spietato come un’idra dalle cento teste.
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