Una bolletta dell’Enel mai arrivata e improvvisamente ci siamo trovati con 607,33 euro da pagare. Un giorno di ritardo per raccogliere il denaro ed ecco, a pagamento effettuato, il buio.
Nel pieno di un pomeriggio di lavoro, mentre già calavano le ombre della sera… plop, il computer spento, il telefono saltato e sostituito con un vecchio modello che non ha bisogno di elettricità. Poco male per le candele, poetiche luci che accompagnano senza affanno la notte calma e dolce, ma per il resto niente comunicazioni con l’esterno, niente internet, niente energia per i tanti, troppi apparecchi domestici cui, di fatto, affidiamo la nostra vita quotidiana (frigorifero, lavatrice ecc.).
E comincia il calvario dei numeri verdi… al servizio dei nostri clienti.
Una, due, tre, quattro telefonate, poi ancora una, due, tre, quattro telefonate per segnalare a persone sempre diverse l’ingiusto taglio. Fax spediti avventurosamente da tabaccherie e giornalai, con documentazione di avvenuto pagamento.
E le voci a volte gentili, altre volte sgarbatissime delle telefoniste e dei telefonisti che hanno il manuale delle risposte davanti. “Sono Raffaella, cosa posso fare per lei?”. “Sono Marianna, cosa posso fare per lei?”. “Sono Federico, come posso esserle utile?”.
Ore e ore di attese, squilli ripetuti, valanghe di pubblicità: volete un nuovo contratto? volete comunicare la lettura del contatore? Volete approfittare delle nostre offerte?
In ogni caso informatevi su Enel servizio elettrico e restate in attesa per non perdere la priorità acquisita, vi risponderemo appena possibile. L’attesa prevista è… inferiore a due minuti…
Purtroppo il prolungarsi delle chiamate precedenti ci impedisce di rispondere nei tempi previsti, ma restate in attesa, per non perdere la priorità acquisita. Finalmente una voce “umana”: “sì, d’accordo, ma mi dica il codice fiscale, la partita Iva, il numero cliente.
Allora? Nessun problema… un funzionario vi richiamerà il più presto possibile.
Quando? Gliel’ho detto, il più presto possibile, forse oggi stesso, oppure domani, o dopodomani, entro cinque giorni, forse sei, forse sette, non posso essere più preciso.
Ma… Certo, certo, capisco, come cliente sono d’accordo con lei, ma il mio ruolo qui è rispondere quello che le ho risposto.
E’ andata avanti così per sette giorni… Ogni voce-Enel smentiva la precedente. 24 ore? Le hanno detto una sciocchezza. Entro venerdì? Mi pare difficile. Ci sono bambini? Pazienza. Ci sono anziani malati? Mandi un certificato medico al numero verde, a volte la cosa ha un buon effetto. Non disperi, vedrà che la luce prima o poi tornerà, entro cinque giorni, entro domani, entro un mese o due. E’ sicuro di aver pagato? Ah sì, giusto, qui risulta, ma non si preoccupi.
Cosa è l’Enel? Chi è l’Enel? Con chi prendersela?
In ogni modo dia una valutazione del nostro servizio. Lo trova soddisfacente? No? Bene. Se ha da fare rimostranze mandi un fax, vada dal giudice, faccia un po’ come crede, ma adesso la devo salutare, clic. Mi dispiace posso solo dirle “il più presto possibile”.
E’ religioso? Allora preghi.
Ed ecco infine in una mattina di pioggia la luce. Ma subito un lampo manda in tilt l’impianto.
Un guasto? Certo, certo, abbiamo già ricevuto segnalazioni dalla stessa zona. Stia calmo e aspetti. Quanto? Faremo il più presto possibile. Oggi, domani o dopodomani. Ma dopodomani è sabato. Non si preoccupi, noi lavoriamo anche il sabato.
Pronto? Cosa posso fare per lei? Le hanno detto domani? No, impossibile domani è sabato. Noi non lavoriamo il sabato. Le hanno dato un’informazione sbagliata. Ma vedrà che lunedì è tutto in ordine.
Sono già sette giorni al buio? Capita…
Vignetta di Giorgio Franzaroli.
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