FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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Una strage cristiana
di Vincenzo Sparagna - 25-07-2011

L’orribile strage compiuta a Oslo dal giovane cristiano integralista con simpatie naziste è molto più di un monito per le società occidentali e per tutto il mondo. Si tratta del punto di arrivo di un mondo imbarbarito dalle ideologie religiose e dalla contemporanea esplosione di un capitalismo insensato e distruttivo. E come ogni punto di arrivo è anche purtroppo un punto di partenza, l’inizio dell’ultima lotta tra la civiltà umana e la sua grottesca caricatura mercantile contemporanea. In un certo senso, dieci anni dopo, ci troviamo di fronte a un altro 11 settembre. Ma questa volta non si tratta di una strage del fanatismo islamico jihadista che, in nome di valori medioevali resi ridicoli dalla modernità, vorrebbe cancellare dalla faccia della terra gli infedeli. Si tratta della nascita nel cuore stesso dell’occidente cristiano di un altro tipo di fanatismo, autofago e cannibale. Del sangue innocente dei giovani norvegesi sterminati senza pietà non sono macchiate solo le mani del solitario terrorista biondo, ma di tutti coloro che in occidente come in oriente, a nord come a sud del mondo, hanno fatto del culto dell’io una religione insopportabile e mortifera. Perché questo evento nasce dalla sintesi paradossale tra i due grandi mali del mondo di oggi. Da un lato l’egoismo assoluto, l’individualismo insensato predicato ogni giorno dall’ideologia capitalista e dall’altro il suo contrario oscuro, l’integralismo assoluto, disumano fino allo sterminio, proprio di coloro che pensano di sacrificare l’Io a Dio e così facendo cancellano entrambi, poiché li fanno coincidere in una mostruosa figura unica senza più alcuna traccia né dell’uomo, né di Dio. E’ in un certo senso l’Io che diventa Dio annullandosi in lui. Il fanatico norvegese, nel suo delirio da giustiziere di Dio, uccide per diventare egli stesso un Dio giustiziere. Gli altri non sono che oggetti da eliminare, démoni travestiti da fanciulli, nemici travestiti da amici.
Sarebbe folle considerare tutto ciò semplicemente il frutto di una follia individuale estranea alla nostra civiltà. Così come non si può ridurre il nazismo alla malvagità di Hitler, non si può ridurre l'assassino di Oslo a un fenomeno manicomiale marginale. Di quelle morti la società intera è responsabile. Stiamo lasciando che la fame di accumulazione e di guadagno invada la mente di ciascuno e di tutti e questo produce una disperazione che può prendere la forma di un desiderio di vendetta contro tutto e tutti, in nome di una religione vissuta come legge tradita, con l’ingenuità fanatica del debole che per sentirsi forte ha bisogno di orrore. Quante volte sentiamo dire “li ammazzerei tutti”? Che ci si riferisca ai politici che ingrassano sulle spalle della povera gente, agli omosessuali, ai drogati, agli islamici, ai cristiani, agli ebrei, ai neri o dei cinesi, è in fondo lo stesso. La cultura del dominio, il sorriso di plastica dei pescecani che governano la terra, diventa nel suo versante buio il desiderio di dominio degli individui frustrati nel loro individualismo forsennato, bisognosi per rivalsa estrema di sentirsi agenti segreti dell’Altissimo in missione per conto suo. E così i kamikaze jihadisti non esitano a farsi esplodere tra donne e bambini, mentre i giustizieri cristiani ammazzano i medici abortisti, i barboni o gli extracomunitari per la loro semplice diversità culturale e infine anche i giovani norvegesi odiati proprio per la loro civile tolleranza e la loro gentilezza.
La follia dei fanatismi contemporanei è il sintomo di una malattia che non può essere curata con dei semplici sedativi. Il dolore non deve essere nascosto, deve funzionare da spia del virus che ci attacca e vuole demolirci. La conservazione del potere del capitale, la difesa delle leggi del mercato che impongono (in Grecia come in Italia o negli Usa) ai poveri di essere più poveri e ai ricchi di essere più ricchi è la sponda sociale del potere dei dogmi religiosi cristiani, islamici, ebrei, induisti.
La religione “oppio dei popoli”, che forse ai tempi di Carlo Marx, era ancora lenitiva del dolore di vivere, si è trasformata in stordimento disperato di un’umanità alle prese con la sua agonia, determinata dall’incommensurabile potere cieco di un capitalismo omicida, produttore di armi e veleni, drogato dalla insensata guerra alle droghe (si legga il documento ONU pubblicato sull’ultimo Frigidaire n.236 in edicola da mercoledì 27 luglio), uguale nella sua cieca disumanità a Riad come a New York, a Pechino come a Istambul, a Johannesburg come a Rio, a Oslo come a Mexico City.

Nell’immagine un’opera di street art di Andrejs Lavrinovics/Endrju.

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