La civiltà, si dice, comincia dove finisce la legge della giungla. In realtà nella giungla ci si scanna seguendo l’istinto, mentre nella civiltà lo si fa secondo certe regole. Ma resta il fatto che comunque, sia nella giungla che nella società civile, ci si scanna senza posa. Oggi in particolare la guerra di tutti contro tutti è diventata una vera e propria malattia. La si fa anche senza ragione. Pensate alle migliaia di cause avviate ogni giorno tra vicini di casa o di terreno, tra inquilini e proprietari. Pensate all’inutile spreco di carte, tempo e denaro che si impiega per recuperare qualche soldo da un debitore insolvente. Oppure all’infinito numero di cause che seguono gli incidenti stradali, spesso di nessunissima entità, ma che sempre si trasformano in estenuanti maratone giudiziarie. Poi vi è la giungla planetaria dei mercati. Da tutti i partiti, i sindacati, i presidenti e i governi si sente spessissimo l’espressione dobbiamo essere più competitivi. Essere più competitivi serve a vincere una competizione. Quale? Ma ovviamente quella che ci oppone a paesi, stati, popolazioni e imprese diverse dalle “nostre”. Ora nelle competizioni si vince o si perde. E la cosa singolare è che nessuno dice che per essere “più” competitivi noi, bisogna che qualcun altro lo sia “meno”. Insomma anche qui ci si scanna. Almeno nella giungla il leone che ha mangiato si riposa, non corre subito a divorare un'altra zebra. Qui no. La fame è inestinguibile. La legge della giungla non è certo bella, ma almeno è naturale. Mentre la legge dello scannamento reciproco nella civiltà post-giungla è del tutto artificiale. L’abbiamo fatta noi, potremmo anche cancellarla e sostituirla con la solidarietà e la condivisione. Eppure questa sostituzione ci pare un sogno sempre più impossibile. Forse chi vuole fare qualcosa dovrebbe partire da questa difficoltà. Perché è inutile mandare affanculo i politici se non si cambia radicalmente la funzione della politica, ovvero l’intera organizzazione della società, oggi dominata dalla legge della giungla dei mercati e degli individui in competizione. Senza dimenticare che per i greci la politica regolava la vita di una polis (città), mentre per noi la polis è il pianeta intero.
Nelle immagini: la copertina de IL Nuovo MALE n.6 con una vignetta di Giuliano. la copertina di FRIGIDAIRE n.241 con una vignetta di Frago e una vignetta di Giorgio Franzaroli pubblicata su Il Nuovo MALE n.6, in edicola ad aprile 2012.
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