Chi ascolta chi?
di Vincenzo Sparagna - 29-7-2013
Una delle cose che più inquietano non solo in Italia è la totale sordità del sistema della grande comunicazione. Quello che una volta era il dibattito culturale, il confronto e lo scontro delle idee, si è trasformato in un penoso spettacolo televisivo o paratelevisivo, che riguarda un circolo ristretto di soggetti. I partecipanti con diritto di parola sono selezionati in base a logiche arbitrarie e soprattutto clientelari. Sui giornali maggiori dominano gli editorialisti che si punzecchiano reciprocamente con lo scopo poco nobile non di ragionare tra loro, ma solo di ottenere il consenso di chi li legge. In televisione gli attori di questa singolare commedia sono sempre gli stessi, viaggiano da Porta a Porta a Ballarò, da Agorà a Quinta Colonna, dall’Ultima Parola alla Guerra dei Mondi, passando per allegri pomeriggi sui canali 1,2,3,4,5 ecc. Qua e là affiora, quasi a sorpresa, qualche presenza insolita di puro contorno. Tanto più che la TV trasforma ogni dialogo in uno scontro personale che ha l’unico scopo di ingraziarsi gli spettatori. L’informazione è ridotta in quel contesto a pillole superficiali e inverificabili che non lasciano tracce. Questa degenerazione contagia purtroppo anche le ultime isole di stampa libera, prigioniere di un’attualità culturale imposta dall’alto. Il risultato è che quasi tutti ignorano le realtà minori, che restano tristemente sommerse. L’opacità generale ha un effetto indiretto anche sulla cultura cosiddetta underground, che finisce per crogiolarsi nel suo minoritarismo, affollata com’è di microgruppi che si sfogano vanamente su facebook o sui mille e mille blog visti dai soliti quattro amici, un oceano di voci che nessuno ascolta in cui affogano anche i pensieri e i progetti più innovativi. Di tutto ciò noi di Frigidaire e de Il Nuovo Male abbiamo esperienza quotidiana. Inseriti a forza di banalità nella categoria falsa e deviante della “satira”, impropriamente confusa con la barzelletta da opinionisti ignoranti o di regime, siamo testimoni della scomparsa silenziosa di immagini preziose, idee geniali, riflessioni fondamentali di cui nessuno tiene conto. Come rompere questo accerchiamento che trasforma la realtà complessa in banalità e frantuma ogni discorso sensato? Come ripristinare un dialogo in cui ci si ascolta davvero, liberandosi dalla sterile esibizione di sé che ormai inquina ogni discorso? Ecco alcune delle questioni da porre, prima di ogni roboante programma, a coloro che vogliono sul serio ricostruire una sinistra all’altezza delle sfide dei nuovi tempi. Tutto il resto è chiacchiera.
Vignetta di Frago, pubblicata su IL NUOVO MALE n.11 (dicembre 2012).
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