FRIGIDAIRE
IL NUOVO MALE
VINCENZO SPARAGNA
FRIGOLANDIA
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FRIGOLANDIA: Museo e redazione di FRIGIDAIRE e IL NUOVO MALE, rivista di satira diretta da Vincenzo Sparagna. Coordinamento e grafica Maila Navarra
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Un voto o il vuoto?
di Vincenzo Sparagna - 06/06/2009

oggi e domani si vota in Italia per le elezioni europee e in molte località per le amministrative.
Come sapete (vedi volantino elettorale riprodotto qui sopra) sono candidato nelle elezioni comunali di Foligno con la lista comunista e sono curioso di sapere come andrà. Ma al di là della mia candidatura folignate, che è piccola cosa, è importante vedere come andrà il voto europeo. Lo sbarramento al 4%, deciso in tutta fretta da PDL e PD, sempre con l’idea fissa (e idiota) del bipolarismo, anzi del bipartitismo tendenziale, produrrà infatti una micidiale dispersione di voti in liste che non ce la faranno a raggiungere il quorum. E’ soprattutto per la lista unitaria di Rifondazione, Comunisti Italiani e SocialismoEuropeo, per la quale voterò (e che invito tutti a votare), che sono preoccupato. Un voto per i comunisti andrebbe a rafforzare la sinistra a livello europeo e avrebbe un impatto deterrente contro la deriva neofascista che sta rovinando l’Italia.
Un risultato che non sarebbe stato difficile raggiungere se non fosse stata presentata anche un’altra lista, quella di Sinistra e Libertà, che unendo gli ex rifondatori Vendola & C., i Verdi della nostra concittadina immaginaria Grazia Francescato, i Socialisti di Bobo Craxi e un altro pezzetto di ex diessini, rischia di assorbire un bel po’ di voti… a perdere.
Aggiungiamoci pure il micropartito sedicente dei lavoratori e altre microliste di neocomunisti critici e avremo il quadro di una sinistra cosiddetta”radicale” (ma Sinistra e Libertà afferma di non essere più tanto radicale…) che si è frazionata ancora una volta proprio quando era più necessario unirsi.
Certo è curioso che tutti questi frammenti rivendichino ciascuno per sé la definizione di “unitari”.
Sono così unitari che non fanno nulla per costruire una vera unità. Ciascuno vuole conservare il suo microspazio, piccolo o meno piccolo che sia.
Un discorso a parte va fatto per la lista Bonino-Pannella, persone che stimo moltissimo e cui voglio anche bene, ma che sono intrappolate da anni in una contraddizione mortale. Invece di rivendicare giustamente le ragioni civili delle minoranze, che è stata la forza delle battaglie di progresso dei radicali, anch’essi invocano da tempo il cosiddetto sistema anglosassone a due partiti (non più vero neppure in Gran Bretagna…) e finiscono così per legittimare una maggioranza ipnotizzata dal mito del grande caudillo, del capo supermaschio che tutto risolve (e tutte si scopa…). Vogliamo ricordare agli italiani, cara Emma e caro Marco, che anche Hitler e Mussolini furono appoggiati dalla maggioranza dei loro popoli? E allora perché ridurre la democrazia al governo della maggioranza?
Insomma mentre il fronte berlusconiano si consolida, almeno in superficie, nel patto scellerato neofascista e neorazzista tra il PDL e la Lega, le opposizioni sono frantumate. E’ chiaro che questa frammentazione è causata anche dalle ambizioni personali dei vari capi e capetti, ma se vogliamo allargare lo sguardo dobbiamo prendere atto che vi è una ragione più profonda.
L’idea di opporsi alle derive autoritarie e neofasciste del capitalismo contemporaneo senza affrontare il nodo dell’uscita progressiva dallo stesso modo di produzione capitalistico è la malattia di quasi tutte le forze politiche sedicenti democratiche. Lo si vede bene nel Partito Democratico, che continua a navigare senza alcuna bussola, quasi che la nave sociale non dovesse affrontare l’oceano in tempesta di un sistema in crisi perpetua, ma superare un’onda alla volta. E’ da questa mancanza di rotta, da questa assenza di orizzonte che deriva anche la fissazione per il bipolarismo, l’alternanza e tutte le panzane connesse, che riducono la politica ad amministrazione più o meno “corretta” di un sistema economico che invece si governa da solo (e produce disastri continui), semplicemente seguendo le “leggi” del mercato e del massimo profitto.
Questo è il Rodano, qui sobbiamo passare, disse Giulio Cesare quando arrivò ai confini della Gallia.
Una frase che Marx usò come metafora della grande sfida dei nostri tempi: o superare il fiume melmoso e avvelenato del capitalismo e vivere, oppure, molto semplicemente, morire tutti.
Comunque i miracoli possono sempre succedere. Preghiamo quindi colui che non ha nome affinché in primo luogo i comunisti, ma anche sinistra e libertà e i cari amici radicali raggiungano il quorum, così magari si vedrà meglio quanto siano insensate e fuorvianti le ideologie bipolariste.

Nella foto: Vincenzo Sparagna.

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