Non c’era da farsi troppe illusioni, questo era chiaro, ma la delusione per il G8, poi G14 dell’Aquila, non poteva essere più cocente e totale. E’ stata la triste caricatura di un governo mondiale inesistente, una passerella non solo per il nostro presidente del consiglio/clown (sostenuto da una stampa e una televisione servile fino all’incredibile), ma un po’ per tutti (Obama compreso… e la cosa dispiace assai). Ormai siamo alla “sceneggiata globale”.
C’è infatti uno scarto allucinante tra l’urgenza dei problemi del mondo e l’incapacità dei governi, più o meno potenti, di risolverli. E’ come se la macchina mondo, lanciata a folle velocità verso l’autodistruzione, avesse dei manichini che la guidano, dei finti autisti senza patente, impegnati in una gara di sorrisi e first lady, ciascuno preoccupato nemmeno tanto degli interessi dei rispettivi paesi, ma solo di sé.
Non si è deciso niente sulle famose “regole” che dovrebbero guidare l’economia, niente sull’avvelenamento del pianeta, nientissimo su guerre, repressioni, ingiustizie e diseguaglianze che stanno rovinando la vita di miliardi di esseri umani.
Basta fare due esempi, tratti dalla stessa presunta “agenda” del supervertice: il clima e l’Africa.
Sul clima si continuano a scrivere proclami di intenzioni, che poi nessuno rispetta. Ricordate gli obiettivi (peraltro modestissimi) del famoso trattato di Kyoto, in base al quale per anni gli europei (più “ambientalisti”) hanno criticato gli Stati Uniti (che si rifiutavano di firmarlo)? Ebbene il trattato è quasi in scadenza, ma neppure i paesi firmatari lo hanno mai rispettato. Il che non ha impedito ai “grandi della terra” (salvo le “cattive” India e Cina) di sottoscrivere all’Aquila altri impegni che nessuno probabilmente rispetterà. Così i documenti si sommano ai documenti, i proclami nuovi nascondono i vecchi, ma concretamente le emissioni di CO2 continuano a crescere senza sosta, negli Usa, in Cina, in India, non diversamente da come crescono nell’Europa “ambientalista”.
Un altro esempio clamoroso è l’Africa. Ad ogni vertice si rinnovano le dichiarazioni: “basta con la fame”, “aiuti ai paesi poveri” ecc. Poi al vertice successivo si scopre che c’è chi ha dato il cinque, chi il sette, chi, come l’Italia, appena il tre per cento (!!!) delle cifre promesse. “E’ vero”, ha ammesso perfino Berlusconi, “ma rimedieremo...”. Sicuro, come non crederci?
Certo Obama ha firmato (a Mosca, non all’Aquila) un nuovo accordo per ridurre di un po’ le migliaia di testate nucleari in possesso di Usa e Urss. Ma nessuno dice che anche questa riduzione minima prevede anni e anni di complesse procedure… Insomma niente di niente su niente.
Intanto il Papa, di cui si parla quasi solo in Italia, come di Berlusconi o poco più, firma un’Enciclica che invoca un “mercato governato da regole etiche”. E chi dovrebbe rispettarle? Gli stessi pescecani che se ne fregano anche del mercato e se ne sbattono di qualsiasi etica… Ma tutti annuiscono compiti, perfino i razzisti della Lega Nord. La sceneggiata globale lo impone.
Tanto tra la sala in cui sediamo noi poveri spettatori e il palcoscenico di lorsignori c’è un bel muro di poliziotti in tenuta antisommossa.
Vignetta di Giorgio Franzaroli.
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