Il contagio dell'odio
di Vincenzo Sparagna - 25-2-2014
Tanta gente è disperata, ridotta ad arrangiarsi con prestiti a strozzo, nella totale impossibilità di pagare affitti, mutui, bollette, tasse, multe e sovrattasse che le piovono addosso da ogni parte. Per giunta mentre la miseria morde gli ex ceti medi, i deboli, gli anziani e i malati, i privilegiati sfoggiano la loro crescente ricchezza senza vergogna, alla faccia di chi soffre. Questa situazione non poteva non generare proteste e ribellioni e le attuali mobilitazioni di piazza lo dimostrano. È la prova dell’incapacità di questo sistema di correggersi, della necessità di un rovesciamento radicale. Ma questo è solo un aspetto del problema. Perché alle manifestazioni più o meno spontanee e sincere non si accompagna alcun progetto di vero cambiamento. Il dilagare della crisi capitalistica ha provocato infatti una catastrofe morale senza precedenti. Il sistema è corrotto in alto e in basso. Non vi è un popolo sano e un potere degenerato, una società civile pulita e una politica sporca. Il marciume è penetrato ovunque. L’egoismo dei ricchi si specchia perfettamente nell’invidia insensata dei miserabili. Il segno più evidente di questa tragedia è la moltiplicazione dell’odio. Decenni di bipolarismo artificiale, di calunnie incrociate, di truffe elettorali postdemocratiche, di pseudoinformazione gossippara hanno scavato voragini non solo tra popolo e ceti dirigenti, ma all’interno del popolo. Tutti odiano tutti. Dilaga il rancore cieco, si cercano untori, infiltrati da linciare, teste da abbattere, traditori da punire. In queste condizioni il populismo fascistoide, cavalcando ogni grido e ogni protesta, fa breccia a destra come in una sinistra estrema purtroppo incapace da tempo di lucidità. Dal vaffanculista Grillo a Salvini, da Berlusconi a certi loschi capiforcone che delirano contro i banchieri ebrei è in corso una tragica gara tra manipolatori in malafede, grotteschi micromussolini avidi di potere, piccoli stalin da operetta, apprendisti stregoni senza cuore. Inquinata da questa gente, la stessa rivolta diventa autolesionista e qualsiasi bandiera è solo un retorico paravento dietro cui c’è tutto e niente. Invece, come diceva nonno Marx, il proletariato per vincere deve prima di tutto ritrovare la propria umanità, oggi perduta nel buio del mondo delle merci. Per questo, come hanno dimostrato Gandhi, Luther King e Mandela, l’unica forza che può cambiare il mondo e liberare sia gli oppressi che gli oppressori non è l’odio, ma l’amore.
Vignetta di Ugo Delucchi, pubblicata su IL NUOVO MALE n.11 (dicembre 2012).
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