Stamattina, 16 dicembre 2008, ho avuto dai giornali la dolorosa notizia della morte di uno dei concittadini di Frigolandia più gentili e intelligenti, buoni e sinceri: il principe Carlo Caracciolo.
Era un uomo di straordinaria dolcezza e profondità, che ci ha aiutato e incoraggiato, noi di Frigidaire, nei momenti più difficili della nostra avventura umana, politica ed editoriale.
Di lui ho scritto nel libro “Frigidaire. L’incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo”, pubblicato recentemente da Rizzoli e non starò qui a ripetere gli episodi già raccontati.
Dico solo che era un vero principe, non per le sue origini aristocratiche, sulle quali egli stesso scherzava, ma per l’animo infinitamente nobile.
Avrei dovuto vederlo proprio in questo periodo. Volevo parlargli del nostro progetto di ripresa della rivista Frigidaire per la prossima primavera e ringraziarlo per la silenziosa generosità con cui, ancora nel 2008, aveva rinnovato il suo passaporto frigolandese versando (unico tra i molti che pure potrebbero farlo) 500 euro (invece dei 100 di tutti gli altri). Un gesto che mi aveva commosso e, tra tante incomprensioni, confortato e incoraggiato.
In passato spesso avevo scherzato sul duraturo rapporto d’amicizia e stima tra lui, discendente del rivoluzionario principe napoletano impiccato dai borbonici reazionari nel 1799, ed io, il povero, il plebeo eternamente profugo e costretto ad arrangiarsi per vivere.
Ora i giornali raccontano della sua giovinezza partigiana, delle sue storiche imprese editoriali come la fondazione dell’Espresso, della Repubblica ecc.
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Io solo dico di aver perduto un amico vero, così diverso da me… eppure così simile.
Era una di quelle rare persone che, anche dopo anni, non rinnegano, non tradiscono.
Onore dunque al sorridente principe partigiano, indimenticabile cittadino della repubblica dell’arte, che la sua anima possa volare alta e tranquilla. |