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Diventare cittadini della Repubblica di Frigolandia è facile. Basta acquistare il Passaporto annuale che costa 100 euro e avrete diritto a: 1) Sette giorni (anche non consecutivi) di soggiorno gratuito nella Repubblica di Frigolandia 2) Abbonamento Annuale Sostenitore alle nostre due speciali riviste a/periodiche Frigidaire e Il Nuovo Male 3) Due Regali Originali da scegliere tra quelli elencati sulla pagina “Abbonamenti” |
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Tutte le riviste e gli albi che hanno fatto la nostra incredibile storia:
Frigidaire, Cannibale, Il Male, Frìzzer, Vomito, Tempi Supplementari, Il Lunedì della Repubblica, Il Nuovo Male, La Piccola Unità, gli Albi, e inoltre le T-shirt e i Poster storici.
Una guida completa per chi vuole acquistare e leggere i reportage, i fumetti e i racconti, della rivista d'arte più rivoluzionaria e allegra del mondo.
Copertine e prezzi. |
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Un'immagine inedita del fotoromanzo pubblicato su Il Male: "Hermanos por la sangre".
Autori e interpreti: Vincenzo Sparagna nel ruolo di Fidel Castro, Filippo Scozzari in quello di suo fratello Raoul, Andrea Pazienza nella parte di Pedro. (Fumetti e lettering di Andrea Pazienza)
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Intervista a Vincenzo Sparagna
docente di Storia e Archeologia del Fake |
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Intervista a Vincenzo Sparagna, di Luca Mirra
Per b Magazine - Associazione Officina di Comunicazione (novembre 2015)
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Si stava meglio quando Ugo Tognazzi era il capo delle BR!
A venticinque anni circa dalla scomparsa del grande Ugo Tognazzi, rendiamo omaggio al suo incommensurabile Genio, ricordandolo per uno dei più magnifici scherzi mediatici mai riusciti. Per l'occasione ho intervistato il Magnifico Rettore dell'Università della Satira in Frigolandia. San Vincenzo Sparagna (protettore del Male) ci racconta come Sandro Parenzo coinvolse il Magnifico Tognazzi nell'operazione, e quali fossero i retroscena politici "veri" di quel brillante falso, rimasto nella storia della Satira. |
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Cosa accadde, di chi fu l'idea, e come diavolo vi saltò per la cabeza di fare un falso con Tognazzi protagonista "Capo delle BR"?
Il falso con Tognazzi cade in un momento particolare, poche settimane dopo il 7 aprile 1979, data in cui avvenne la retata di dirigenti di Potere Operaio e dell'Autonomia ordinata dal giudice Calogero. La tesi di Calogero, rivelatasi poi totalmente falsa, era che le BR fossero dirette dai capi di Potere Operaio e dell'Autonomia, in particolare Oreste Scalzone, Franco Piperno, Toni Negri e qualcun altro. Molti di loro vennero ingiustamente arrestati, come il mio caro amico Oreste Scalzone, altri, come Franco Piperno, sfuggirono per caso alla cattura. In quel periodo per ridicolizzare l'imbroglio di Calogero incontrai varie volte Piperno, che si nascondeva in case romane di compagni e amici. Incontri che divennero su Il Male interviste paradossali, in cui Piperno appariva sempre truccato da qualcosa (aviatore, carabiniere, sacerdote, capellone ecc.) e annunciava improbabili ribellioni come se davvero fosse lui il capo assoluto delle formazioni armate italiane. Frequentava allora la redazione Sandro Parenzo, sceneggiatore cinematografico e amico di Tognazzi e, per ridicolizzare ulteriormente l'operazione 7 aprile, gli venne la brillante idea di coinvolgere Tognazzi in un falso, facendone il vero "capo delle BR". Tognazzi, uomo non solo di spirito, ma di grande sensibilità civile e politica, accettò e nacque così il celebre "Tognazzi capo delle BR".
Quale fu l'effetto nelle edicole, la risonanza mediatica "giornalaia", le conseguenze nell'immediato, di quel particolare falso d'autore?
L'effetto fu enorme. Anche perché la notizia venne data in contemporanea da tre falsi giornali, Il Giorno, Paese Sera e La Stampa (tutti raccolti nel numero di quella settimana de Il Male). Ogni giornale la dava con il tono e lo stile suoi propri. Sparata enorme da Paese Sera, in modo sobrio, ma a tutta pagina, da La Stampa e da Il Giorno. Articoli e commenti erano anch'essi misurati sullo stile dei tre giornali. Il risultato fu un record di vendite. Superammo in quella occasione ogni cifra precedente, toccando le 150 mila copie, ovvero circa 20 mila in più di qualsiasi numero precedente. Ma il peso straordinario della presenza di Tognazzi oscurò in parte il senso della nostra operazione di denuncia. Negli anni seguenti rimase nella memoria più lo scherzo che la sua ragione politica profonda. Sembrò, staccato dal contesto del "7 aprile", semplicemente una clamorosa beffa, laddove era una denuncia della capacità di falsificazione del sistema della comunicazione. E infatti pochi se ne ricordarono, ad esempio, quando qualche anno dopo avvenne l'arresto di Tortora, definito da tutti i giornali il "capo della Camorra".
Che rapporti avevi con Tognazzi, ma soprattutto, per l'occasione, ha fatto la Supercazzola quando è stato contattato?
Con Tognazzi non avevo alcun rapporto particolare, a parte la stima e la simpatia, che crebbero ancor più dopo questo episodio. Come ho detto, l'idea e la gestione operativa del falso furono di Sandro Parenzo, che era un semplice collaboratore esterno del Male. Io non andai a casa di Tognazzi per le foto dell'arresto. Vi andarono invece, insieme a Parenzo, Piero Losardo, Angelo Pasquini, Sergio Saviane e Vincino, le foto le fece Sandro Palombi. So comunque che il grande attore si divertì moltissimo e, dopo il set fotografico con le manette e i finti carabinieri, preparò una ottima cena (la sua grande passione) per tutti.
Che cosa c'è di buono nel male, e quanto è necessario il rapporto tra i paradigmi Vero - Falso per una controinformazione che assuma valore autentico?
Il "male" come concetto è un valore negativo rispetto al "bene" come concetto. Se invece si intende il Male come giornale il discorso cambia. Il Male fu un atto di liberazione non solo della satira, ma del linguaggio in generale, la scoperta di una possibile, radicale autonomia da ogni potere, anche dal potere sottile e invasivo della parola dominante. Il fatto di evidenziare così fortemente la sovrapposizione possibile di "vero" e "falso" aveva un valore educativo profondo, era un modo semplice, ma efficace, per avvisare il lettore sulla grande truffa del secolo: quella dell'informazione neutra, dei "fatti separati dalle opinioni". Infatti la controinformazione autentica è innanzitutto una critica dell'ideologia dell'informazione. Non deve solo svelare i segreti del potere (cosa che talvolta è quasi impossibile), ma mettere a nudo la sua falsità strutturale, la sua manipolazione continua e invisibile della realtà.
Si può dire che "Il Male" ha inventato il "Fake" sin dal 1978?
Certamente. Anche se c'era stato qualche esperimento pilota sui fogli del '77. Ma Il Male inventò il falso totale, quello che si mischiava con il vero, perché i giornali falsi si presentavano proprio come i loro modelli, provocandone - tra l'altro - la irritata reazione giudiziaria. Era un'operazione di parodia e di interferenza, che giocava sulla natura dei giornali dell'epoca, autentici depositari della "verità" delle notizie. Capovolgere questa condizione di voce della verità, rivelare il cartone della comunicazione, mostrare il volto mostruoso della manipolazione dietro la maschera ingannevole della neutralità, questo era lo scopo di quei nostri falsi. Una tecnica che abbiamo sviluppato anche con Frigidaire fino alla creazione de Il Lunedì della Repubblica del 1990-91, che usciva di lunedì, quando la Repubblica non usciva, e che era non solo una testata o un gioco di quattro facciate, ma un giornale intero di 24 o 32 pagine, dove vero e falso si mescolavano in un gioco di specchi, fino a confondersi. Questo sviluppo ha avuto poi un seguito ancora diverso con La Piccola Unità del 2001 (anche quello un giornale intero vero/falso). Oggi, perduto lo statuto di verità dei giornali, i nostri falsi più recenti, fatti con Il Nuovo Male dal 2011 in poi, sono stati piuttosto delle forme di racconto. Fino alla "falsificazione" di giornali inventati di sana pianta, come "Il portaFoglio", "Spartacus", "La Puttana", "Il Fattone Quotidiano" ecc... che sono stati dei moduli grafici e letterari per esplorare questo o quell'aspetto della realtà e prendere in giro i moderni padroni del vapore.
Cito: «Una volta ridotta la realtà a comunicazione - era possibile modificarla cambiando i modi e i contenuti della comunicazione». Come andrebbe gestito un falso, affinché sia funzionale alla disinformazione, soprattutto in riferimento al nuovo tipo di informazione sul Web?
Cambiata la condizione dei giornali, che non sono più l'unico testimone delle notizie, ma semplici comprimari della TV e soprattutto del web, lo scenario di eventuali falsi è completamente mutato. Oggi il falso che interferisce con il vero può ancora essere usato in certi rari casi, ma deve essere veicolato in modo del tutto diverso. D'altra parte spesso sul web il falso viene ridotto a fake di consumo, cioè a semplice scherzo, che non lascia traccia di sé, altro che per qualche rettifica, in genere istantanea. Infine non bisogna dimenticare che il web è affollato di "falsità naturali" prodotte dalla stessa natura del mezzo. Bisogna cioè districarsi in una giungla di falsità, che sono la forma nuova della comunicazione.
Cito: «La politica altro non è che il sistema della comunicazione», e il sistema della comunicazione italiana è al 73° posto del ranking mondiale secondo Reporter senza frontiere. Quanti falsi occorrerebbero per risanare questa triste verità/falsità?
Purtroppo i modi per combattere la falsità della comunicazione contemporanea, come ho appena detto, sono tutti da inventare. Il semplice rovesciamento non basta più, anche perché è ampiamente utilizzato dallo stesso giornalismo ufficiale, basti pensare ai titoli di Libero o de il Giornale, clamorosi falsi presentati come scandali, notizie, verità. Diciamo che oggi c'è un uso perverso, anzi scientifico della falsità e combatterla è un'impresa complicata che non prevede scorciatoie. Era più facile combattere la comunicazione censurata d'epoca sovietica, che quella teoricamente aperta di oggi, dove il rumore schiaccia qualsiasi voce vera o falsa che sia.
«La satira è uno sguardo sul presente ma dato dal futuro» nel 1978 come immaginavi il 2015?
Il futuro dal quale parla la satira è sempre davanti a noi, non è un punto reale della storia, ma un punto ideale di osservazione per capire i problemi e le contraddizioni del presente. I satiri non sono profeti, anche se possono prevedere con il loro sguardo disincantato modificazioni e sviluppi della società. Ma non bisogna dimenticare che la realtà è più complessa delle previsioni e dobbiamo essere sempre preparati a novità che ci sorprenderanno comunque. D'altra parte, come diceva Elias Canetti, profetizzare il bene è più utile che aspettarsi il male. Oggi ad esempio mi sembra meglio osservare il presente da un ideale mondo futuro libero dal fanatismo islamico, che da una (possibile) società dominata da una fede che sottopone l'umanità a un Dio astratto e crudele.
Cosa pensi de "Il Lercio" e di "Spinoza", c'è qualche sito o rivista satirica che leggi volentieri?
Lercio e Spinoza sono due siti a volte divertenti, altre volte banali e perfino cretini. Un po' come la Settimana Enigmistica che spesso ospita belle vignette, ma si ferma lì, o come il bravo Crozza che solletica il riso anche dei suoi bersagli potenti. Nel Lercio e in Spinoza c'è insomma più la volontà di scherzare in superficie per divertimento che una vera opera di demistificazione profonda. Ma ciò non dipende dalla qualità dei singoli post (molti sono ottimi), ma dalla struttura del sito satirico in sé, che si confina da solo in uno spazio linguistico separato e perciò non si propone mai di mordere davvero, ma solo di far ridere, che non è poco, ma non è sufficiente. Io preferisco, sin dai tempi del Male e poi ancor più con Frigidaire e "derivati" fino all'attuale Nuovo Male, che il linguaggio satirico sia mescolato ad altri, che le forme non siano intrappolate in uno schema prefissato che le incatena e le sterilizza. In quanto alle letture, beh le mie sono molto varie, dalla letteratura alla saggistica, dalla satira alla tragedia, dall'attualità alla storia. |
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Vincenzo Sparagna: FALSI DA RIDERE
Edizione Malatempora, 2001 - pagine 160
Il falso di Paese Sera con la notizia dell'arresto
di Ugo Tognazzi capo delle Brigate Rosse.
Il Male n.17, 8 maggio 1979
L'edizione italiana della falsa Stella Rossa.
FRIGIDAIRE n.37, dicembre 1983.
il Lunedì della Repubblica n.12
Febbraio 1991
La piccola Unità n.5, gennaio 2002
The New York Timer
Pagina speciale de la piccola Unità n.5
LA CORRIERA DELLA SERA
direttore Vincenzo Nuvolari
(falso/parodia de IL CORRIERE DELLA SERA)
IL NUOVO MALE n.3, dicembre 2011
il Fattone Quotidiano
con l'editoriale di Marco Trefoglie
(falso/parodia de il Fatto Quotidiano)
IL NUOVO MALE n.7, maggio 2012
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Due pagine di FRIGIDAIRE n.39 (febbraio 1984) con gli articoli dei giornali ufficiali sovietici, Stella Rossa e Literaturnaja Gazeta, contro Frigidaire. Nella cornice a forma di cuore Vincenzo Sparagna e Savik Shuster (nei panni dei cugini soldati/cuochi Fiodor e Ivan Chonkin).
L'edizione russa della falsa Stella Rossa, fu scritta, stampata e diffusa da Frigidaire in Afghanistan e nei paesi dell'Est europeo: nell'autunno dell'83 Sparagna, Shuster e il fotografo Cesare Dagliana partirono per il Pakistan e da Peshawar, grazie all'aiuto dei mujaheddin, entrarono in Afghanistan, arrivando nel cuore della Kabul occupata dalle truppe sovietiche. Le copie della falsa Stella Rossa vennero affisse sui muri della città vecchia di Kabul, la capitale afghana occupata dai sovietici, il 2 novembre 1983; successivamente, nel corso di un altro blitz, furono distribuite a Berlino est e in tutto l'est europeo, Mosca inclusa... ("OPERAZIONE CHONKIN", 2 NOVEMBRE 1983).
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