Sorella maggiore della grande Emily (chi non conosce "Cime tempestose"?) Charlotte Bronte non è solo l'autrice di "Jane Eyre", il suo romanzo più noto, ma una delle voci più intense e alte della letteratura inglese ed europea dell'ottocento. Questi due capolavori assoluti, che l'editore Fazi ci presenta in una splendida veste editoriale e con una traduzione di tutto riguardo, sono un doveroso omaggio alla sua immensa opera letteraria. Charlotte è scrittrice che incanta per finezza ed eleganza. La sua lingua, arricchita e impreziosita da un gusto unico per il colore, forse eguagliato nel novecento solo dal russo/americano Vladimir Nabokov, è come un pennello d'artista che riesce a mostrare paesaggi e figure con la stessa nettezza e precisione di un quadro fiammingo. Ma è anche un affilato strumento di analisi che seziona e scava nelle più profonde oscurità e nelle sfumature segrete dell'animo umano, con una naturale predilezione per le mille sfaccettature del carattere femminile. Le protagoniste assolute di questi romanzi sono infatti le donne. In “Villette” del 1853 l'eroina Lucy Snowe è una ragazza orfana, povera e intelligente, ma non bella, costretta a lavorare per vivere. Lucy lascia l'Inghilterra per il continente e trova impiego come istitutrice in un collegio femminile nella immaginaria città di Villette, versione romanzesca di Bruxelles. L'avventura umana di questa coraggiosa giovanetta va avanti tra rare gioie e tristezze solitarie, sempre affrontate con una bontà gentile che le permette di affezionarsi anche alle sue allieve più belle e fortunate senza invidia. Dopo molte sofferenze anche lei troverà comunque l'amore in un burbero professore, neppure lui bello, ma dotato di eccezionale umanità, un premio inatteso al suo coraggio di donna libera.
Diversa la scena e il ritmo di “Shirley” del 1849, romanzo molto più movimentato, più giocoso, ricco di colori e personaggi. Qui l'ambiente geografico e storico è quello dello Yorkshire (regione d'origine dell'autrice) alle soglie della grande rivoluzione industriale, quando i primi telai meccanici cominciarono a sconvolgere gli equilibri sociali delle campagne e degli opifici. Al centro del racconto vi sono due figure femminili opposte e complementari. La buona e giovanissima Caroline, orfana e nullatenente che vive ospite della casa di uno zio pastore d'anime, e la bella e ricca Shirley, di poco più grande, donna meravigliosa, orgogliosa di sé e della sua intelligenza. Le due diventano amiche e confidenti, entrambe affascinate, anche se per motivi diversi, dal dinamico Robert Moore che vuole sviluppare la sua fabbrica tessile con le nuove macchine in aperta ostilità con i lavoratori artigiani che vedevano svanire il loro lavoro. L'azione di Moore scatena la protesta luddista degli operai, che si lanciano in assalti furibonde con morti e feriti. In uno stile che alterna descrizioni poetiche e pittoriche e dialoghi vivacissimi, la scrittrice riesce a narrarci i sentimenti più segreti delle due donne e insieme le rivolte dei lavoratori, tra pomeriggi di chiacchiere e pasticcini e notti fosche e sanguinose di battaglia. Tutto in una cornice sinfonica di personaggi vivi, ciascuno definito in ogni dettaglio, che animano un affresco nel quale la passione amorosa e la bigotteria anglicana, il sesso e gli affari si mescolano fino a partorire la nuova Inghilterra ottocentesca.
Charlotte Bronte, Villette - Fazi Editore, pagine 634, euro 14,90
Charlotte Bronte, Shirley - Fazi Editore, pagine 684, euro 14,90
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