[Frigidaire n.1 - Novembre 1980]
Hai aperto la rivista, dato uno sguardo al sommario e ti aspetti la solita strizzatina d'occhio. Oppure hai sfogliato tutte le pagine e sei tornato su in fretta per una spiegazione. O hai già visto tutto il film, credi di averne scoperto il significato, magari profondo, e ne vuoi conferma. Comunque sia andata non troverai quello che cerchi. Qui non c'è nessuna sintesi e non ti verrà suggerito alcun significato. La relazione tra la vita sessuale di Roberto T., la bomba atomica, Primo Carnera in Brasile, Joe Galaxy, La Polonia e le avventure di Ranxerox, il coatto sintetico, resta ambigua. Trovare un filo che leghi e renda razionale questo aggregato opportunamente messo in frigidaire è impresa discutibile, se non impossibile. La rivista che hai davanti è ordinata infatti per scomparti, alcuni più lontani, altri più vicini al cuore del freddo, la zona di congelamento. Non necessariamente questi scomparti comunicano tra loro. Come non necessariamente le parti del mondo sono collegate l'una all'altra. L'idea che viviamo in un tutto coerente, aggravata dall'altra idea, o meglio ideologia, che questo tutto sia razionale, spiegabile, continuo, è un'idea poco verosimile, perfino curiosa. Essa ci costringe alla commozione, ci riscalda, facendoci credere parte, soggetti, protagonisti addirittura, di avvenimenti con i quali intratteniamo rapporti equivoci. In altre parole ci impedisce di guardare. Frigidaire invece è un'occasione per lo sguardo. Conserva su quella imprecisata categoria che è l'attualità una ironica distanza.
Non diversamente da come Freezer segnala la sconosciuta genialità di quegli artisti della masturbazione meccanica che per puro caso sono finiti schedati negli archivi della polizia criminale.
Il nostro raffreddamento non è una questione di giudizio, ma di stile.
Naturalmente questo stile rinvia ai materiali che ti circondano. Cioè alle merci. Le edicole sono piene di pubblicazioni fondate per "ragioni ideali", dirette da scrittori e giornalisti "carichi di buoni sentimenti" e di "progetti". Frigidaire no. Noi viaggiamo consapevolmente nel mondo delle merci. E siamo una merce noi stessi.
Come avrai notato la rivista costa duemila lire.
Immagine di copertina: Stefano Tamburini.
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