Oggi, 4 ottobre 2010, si festeggia San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
Nato ricco e nobile Francesco rinunciò a tutto per cercare di aiutare gli esseri umani a vivere in pace con se stessi e tra loro, nonché con il buon Dio cui credeva sul serio.
In questo giorno, che i buoni cristiani festeggiano sinceramente mentre i cattivi lo fanno con una ipocrisia da far vomitare, non poteva mancare la cupa voce del demonio.
Per farsi sentire ha scelto questa volta, come fa spesso, il tramite di un certo Silvio, non patrono, ma – speriamo ancora per poco - padrone d’ Italia.
Ora Silvio… non è Francesco, ma qualche “diabolico miracolo” sa farlo anche lui.
In un colpo solo è riuscito a offendere tutte e tre le religioni monoteiste, più la brava Rosy Bindi e attraverso lei le donne di tutto il mondo. Gli è bastata una atroce barzelletta su ebrei che sfruttano la persecuzione di Hitler per guadagnare soldi alle spalle di altri ebrei e un inaspettato “(p)orcoddio”.
Non il popolare “porcoddio” di chi bestemmia perché gli casca una trave sul piede o si ferisce in fabbrica. Il suo è un “porcoddio” da ricco che offende anche un agnostico, un’espressione da mafioso che sghignazza mentre il rivale viene sciolto nell’acido.
In quanto alle donne, il poveretto, ben diverso dall’antico “poverello di Assisi”, pensa che debbano essere tutte veline, pin up o fotomodelle. Cosa che dimostra quanto sia non solo ipermaschilista, ma anche stupido... Pensate che noia se le donne fossero tutte uguali a manichini da boutique. Sarebbe un incubo. Non è meglio che siano grasse, magre, timide, esperte, intelligenti, stupide, cattive, amabili, giovani, anziane… insomma non è meglio la varietà piuttosto che l’omologazione? Vi immaginate che mondo terribile con tre miliardi di Mare Carfagne o all’inverso tre miliardi di Fabrizii Corone? Che fine farebbe il fascino della infinita diversità delle persone, delle razze, delle culture, delle età e dei caratteri?
Perciò contro il brutto esempio del padrone Silvio, si rivaluti il patrono Francesco, fratello del lupo e dell’agnello, dei credenti e degli atei, dei gentili e dei giudei, messaggero di pace durante le crociate presso il grande sultano arabo Melek El Kamel che lo accolse nella sua austera tenda da combattimento, ben diversa dalla ridicola garçonnière di quel criminale di Gheddafi.
La vignetta è di Fragocomics.
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