Una commedia noiosa
di Vincenzo Sparagna - 23-10-2013
Non passa giorno senza che qualche sapientone si lamenti della disaffezione crescente verso la politica. Ma appena una protesta, un corteo, un occupy Porta Pia dimostrano una volontà di partecipazione alla cosa pubblica, subito scattano i giudizi sprezzanti, le considerazioni negative, i distinguo capziosi: “non è una critica costruttiva, si minaccia la stabilità, c’è poca chiarezza” ecc. Insomma se il pubblico sbadiglia, fischia o esce dalla sala, la colpa, a sentire lorsignori, non è della penosa rappresentazione in corso, ma degli spettatori. Ci vorrebbero tutti inchiodati alle poltrone a seguire le noiosissime sceneggiate dei talk show, a fare il tifo per Monti o Casini, Letta o Renzi, Alfano o Fitto. Ma questo, nonostante tutti i Santoro e simil-Santoro della TV, non può accadere, perché il film è stato visto e stravisto mille volte ed ormai non appassiona più nessuno, nemmeno i più ottusi seguaci del cavaliere. Naturalmente la nausea verso ogni progetto di governo o di opposizione crea un vuoto politico enorme. In questo spazio libero si è infilato per un po’ Grillo con le sue esibizioni e i suoi vaffa, ma presto anche lui - come meravigliarsi? - si è rivelato una banale variante dello spettacolo. Oggi siamo in una fase che potremmo definire postpolitica e postgrillina. Dal ventre profondo della società e del disagio emergono movimenti diversi che cercano di trovare un punto di contatto nel comune rifiuto delle logiche dominanti. Ci riusciranno? Apriranno una nuova breccia di Porta Pia? Il futuro non è scritto e dunque possiamo sempre sperare. Ma ho l’impressione che la discesa verso il caos non sia finita, che il fondo appena toccato sia fatto di sabbie mobili. La stessa giustissima rabbia non riesce ancora a trovare le parole per andare oltre il grido disperato. Come in una moderna Babele ciascuno si esprime in una lingua diversa, le voci si sovrappongono, nessuno ascolta. Invece bisogna armarsi di umiltà e pazienza, perché la strada è tortuosa, le scorciatoie non esistono e branchi di lupi feroci sono pronti a divorarci al minimo segno di paura o divisione.
Vignetta di Ugo Delucchi, pubblicata su IL NUOVO MALE n.15 (luglio-agosto 2013).
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