Guerra, demografia e democrazia
di Vincenzo Sparagna - 16-9-2015
Anche i più stupidi sciovinisti dovranno prendere atto che è in arrivo un'ondata di profughi così massiccia da ridicolizzare le impraticabili e demagogiche proposte di chiusura delle frontiere e blocco degli sbarchi. Milioni di persone sono ormai in movimento su un fronte che va dai Balcani al sud del Mediterraneo spinte non più solo dalla fame e dalla miseria, ma dalla necessità di sfuggire alle guerre siriane, eritree, libiche e alle stragi dell'Isis, di Boko Haram o dei musulmani somali integralisti. Sembra un secolo da quando, di fronte agli sbarchi a Lampedusa, i politici italiani si lamentavano dell'assenza dell'Europa. Oggi l'intero continente deve misurarsi con una migrazione che travolge le frontiere con la forza della disperazione e dei numeri. In questo scenario apocalittico l'importante apertura ai profughi della signora Merkel, unico leader continentale degno di questo nome (nel bene come nel male), suona la sveglia per tutti, anche dopo il temporaneo stop imposto dalla destra democristiana bavarese e da alcuni paesi dell'ex blocco sovietico. L'accoglienza dei migranti non è solo una scelta obbligata, è anche l'unica possibilità che ha il vecchio continente di garantire il suo futuro. Perché crescono due fenomeni diversi, ma indissolubilmente intrecciati. Da un lato la cieca e criminale politica di potenza degli USA e dell'Occidente in Medio Oriente ha generato guerre infinite e nuovi mostri infernali come l'integralismo islamico. Dall'altro le società occidentali, specie europee, si sono adagiate in un benessere ingannevole, tra una declinante e imbelle gioventù e una preoccupante maggioranza di vecchi solitari. Ora i due fenomeni sono arrivati al loro punto di crisi. La decadenza demografica e la concorrenza globale rendono impossibile sia continuare lo sviluppo senza innesti massicci di sangue nuovo, che tornare a una politica di intervento militare. Perciò l'arrivo di milioni di profughi e migranti e il rilancio demografico che ne può derivare sono l'unica scelta che resta alla vecchia Europa non solo per restare fedele ai suoi valori di libertà, ma per non essere travolta e schiacciata dai moderni barbari che la minacciano. Solo a partire da qui si può aprire anche il difficile capitolo di come salvare la democrazia e i diritti umani nella nuova società mista, oggi ancora assai lontana dai principi egualitari nati dalla rivoluzione francese del 1789.
Nell'immagine un'incisione su linoleum di Roland Topor, "La nascita dell'uomo".
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