Jules Janin, "L'asino morto"
di Vincenzo Sparagna - 2-4-2016
Uscito nel 1829 provocando scandalo, questo singolarissimo primo libro del superprolifico Jules Janin sembra la parodia surrealista di un romanzo nero. Lo sfaccendato protagonista e narratore si invaghisce, per un casuale quanto enigmatico colpo di fulmine, di Henriette una giovane contadina mentre costei cavalca l'asino Charlot. Ma l'asino, prima amato e poi negletto, così come la storia tra il narratore e la sua Henriette, è solo l'occasione per un excursus neogotico tra cimiteri, morti che dovrebbero resuscitare grazie al galvanismo come le rane percorse dall'elettricità, condannati che scrivono il loro ultime diario, fanciulle che oscillano tra torbidi desideri e matrimoni di convenienza, cadaveri trafugati per le esercitazioni di anatomia, cupe celle di prigione ed altri arredi romantico funerari. Il tutto condito da un'ironia lieve, elegante, appena accennata, in uno stile cronachistico apparentemente ingenuo ed esageratamente cortese. Un romanzo che piacque assai, ci dice il preparatissimo curatore e traduttore Giorgio Leonardi, al poeta dei fiori del male Charles Baudelaire e al maestro di ironia narrativa Nikolaj Gogol, e nel quale si avverte come una presenza lontana e segreta quel disincanto post-illuminista cinico e bizzarro che rende così preziose e perverse le crudeli narrazioni filosofico pornografiche del “divino” marchese De Sade. Lettura da non perdere per chiunque ami la letteratura, specie quella che si compiace di rivelare i propri trucchi e scherzare con i molti nonsense della vita.
Jules Janin, L'asino morto - Edizioni della Sera, pagine 218, euro 14,00
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