[Prefazione]
Un’antologia di Frigidaire?
L’avventura di Frigidaire?
La rivoluzione di Frigidaire?
Una autobiografia illustrata singolare/collettiva di Frigidaire?
Una raccolta di curiosità, stranezze, segreti di Frigidaire?
Questo libro vuole essere un po’ tutto questo.
E’ un volo veloce su trenta anni di singolare controcomunicazione, una sinossi del nostro frigopoema in 300 fascicoli.
Sapendo che anche il racconto più “veritiero” inganna: è “cronaca” quanto “invenzione”; “testimonianza” quanto “apologia”. Tanto più se chi narra non è fuori della storia, ma parte in causa.
La storia di Frigidaire è composta di mille percorsi, anche divergenti, di invenzioni collettive quanto di solitudini, di casualità come di volontà.
Come scegliere in questo groviglio irriducibile, come separare una qualsiasi pagina dalle trentamila che hanno scandito il nostro voyage al fondo di tutte le notti?
La via trovata in questo libro è eclettica. Mescola ricordi e fatti, argomenti e ragionamenti, nomi e cognomi, realtà e immaginazione… Prova a mostrare in rapidi lampi profili e sequenze, lasciando nel buio, come future caverne da esplorare, molti altri nomi, idee, episodi.
Per certi versi è un saggio in forma di memoria, in certi casi addirittura privata.
Ma non è affatto una autobiografia, poiché l’intimo che caratterizza ciascuno di noi è appena sfiorato, né un riepilogo giornalistico ipocritamente “neutrale”. Forse è solo un lungo trailer di Frigidaire in cui, oltre a ricordi e note curiose, appaiono grafiche, illustrazioni, vignette, foto, pagine, copertine e fumetti.
Ma in nessun trailer c’è tutto il film. Perciò si troveranno “troppe” citazioni di quello e “poche” di quell’altro, assenze “enormi” e presenze “abnormi”…
Di ciò sono responsabile solo io e per questo chiedo affettuosa tolleranza e comprensione.
Tuttavia la evidente parzialità del racconto e (ancor più) della microscelta di immagini e fumetti che l’accompagna, è in parte giustificata dall’oggetto stesso di questo volume.
Quello che vorrei mostrare è l’intreccio tra la continuità del progetto e le trasformazioni nel tempo della rivista Frigidaire nel corso dei suoi primi 30 anni.
Il nostro progetto, pur nelle differenze tra i diversi periodi, si è caratterizzato per la sua radicale alterità rispetto all’insieme delle comunicazioni dominanti, che nel 1986 definii “la commedia dell’informazione”.
Noi abbiamo cercato di essere fuori della cronaca quotidiana e dei suoi tempi obbligati, oltre le news… un soggetto mutante, attrezzato per anticipare, respingere, modificare, traversare le generazioni e le mode.
Perciò Frigidaire non è mai stata una rivista “normale”, ma un giornale insolito, un viaggio alla ricerca di sé, un prodotto così ambizioso da essere eternamente imperfetto…
Forse si potrebbe dire che sin dal primo numero, il Frigidaire reale è stato il “falso” di un Frigidaire “vero” ancora mai visto.
Un’altra singolare caratteristica della nostra avventura, solitamente malcompresa, è che gli autori, i soggetti narranti sono spesso apparsi sulle pagine della rivista in foto, ritratti, perfino in immagini familiari.
Anche in questo libro, sia pure nei limiti delle scelte antologiche illustrative, ci sono tante foto, memorie, ritratti.
Questo esibizionismo da cinema stampato, da finto gruppo di rockstar, da eroi di non si sa che… non è fine a se stesso.
E’ un gioco teatrale, carnevalesco e infantile che fa parte della sincerità artigiana, non seriale del nostro “prodotto”: sottolinea la presenza e la responsabilità del narratore, il suo non essere solo una voce, ma un corpo.
A chi dovesse poi mostrare stupore o scandalizzarsi di certi episodi raccontati qui per la prima volta, faccio sommessamente notare che il confine tra legalità e illegalità non coincide con quello tra il giusto e l’ingiusto.
Ciò che è legalmente perseguibile, può anche essere eticamente sostenibile.
Cosa che non rende certo etica ogni azione illegale, ma permette di giudicarla in sé, rispetto alla sua legittimità piuttosto che alla sua correttezza formale.
Detto ciò, dichiaro prudentemente che i comportamenti che dovessero sembrarvi meritevoli di sanzioni giudiziarie sono certamente inventati...
I nomi invece, a parte quelli di fantasia (chiunque si sentisse diffamato…è un nome di fantasia o un’omonimia casuale), sono veri, anche quando si tratta di semplici pseudonimi.
Nel contesto del libro, talvolta tra un capitolo e l’altro, ma anche all’interno dei singoli capitoli, ho inserito alcune brevi storie a fumetti autoconclusive.
Pur avendole scelte perché convinto che si tratti di sequenze significative, esse non sono da intendere in nessun caso come un’antologia, sia pur minima, dei fumetti di Frigidaire. Sono semplici esempi, come tutte le altre immagini, dei moltissimi segni, stili, colori, moduli narrativi che hanno caratterizzato la nostra opera negli anni.
D’altra parte come Frigidaire, anche questo libro che ne porta il nome, è un insieme di testo e figure, immagini e parole.
Quello che ho cercato di scrivere è un metaracconto, che ha dentro di sé, come sua verità segreta, il racconto integrale, ovvero la collezione della rivista, o meglio delle riviste, degli albi e delle altre produzioni che formano la sostanza viva del nostro singolare romanzo/verità.
Le storie a fumetti, così come tutte le immagini segnalano, proprio nella loro diversità, la particolarità di Frigidaire.
Infatti la nostra ”arte maivista” non ha mai privilegiato un unico modulo iconografico o narrativo, ha sempre operato una scelta rigorosamente eclettica, il cui parametro di riferimento è stato l’assoluto arbitrio del “gusto frigideriano”. E’ questo arbitrio “maivista” che ha permesso di armonizzare le rinascimentali tavole di Tanino Liberatore, pur nella abissale differenza degli stili, con il neoespressionismo fantascientifico di Scozzari, le invenzioni post-Bauhaus e post-informali di Tamburini, la travolgente morbidezza dei colori di Pazienza, il sarcastico sperimentalismo disneyano di Mattioli.
In conclusione ringrazio di cuore tutti quelli che hanno partecipato a Frigidaire, anche i tanti che, magari per distrazione, non ho nemmeno citato (ma per nominarli tutti avrei dovuto riempire cento pagine di soli nomi).
Un grazie speciale debbo infine a Maila Navarra, il cui prezioso e paziente aiuto è stato indispensabile per impaginare questo volume con la cura necessaria.
Naturalmente tutti gli errori, le manchevolezze, le scelte grafiche o di progetto, giuste o sbagliate, sono da imputare a me.
Aggiungo solo che chi volesse, oltre questo modesto libro-trailer, vedere il film originale, cioè procurarsi numeri arretrati, edizioni speciali, collezioni o albi di Frigidaire, può scrivermi, o anche venirmi a trovare, a Frigolandia, la repubblica immaginaria di cui parlo nei paragrafi conclusivi.
Frigolandia si trova nel comune di Giano dell’Umbria, in provincia di Perugia. Il telefono è lo 0742/90570, l’e-mail frigilandia@gmail.com. Per saperne di più basta collegarsi al sito www.frigolandia.eu.
Arrivederci, grazie ancora della pazienza, auguri di felicità e buona lettura.
Frigolandia, estate 2008
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