di Vincenzo Sparagna -
07-07-2018
Il 14 luglio del 1789 il popolo di Parigi, affamato e stanco dei privilegi dei potenti, assaltò il castello-prigione della Bastiglia, uccise i pochi guardiani che lo difendevano, liberò gli ultimi prigionieri che conteneva, infine lo diede alle fiamme e lo demolì pietra dopo pietra. Da allora quella data, 14 luglio, è rimasta a simboleggiare l’inizio della storia contemporanea e il trionfo degli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Naturalmente i grandi storici che si sono occupati di quella rivoluzione, come Jules Michelet, Jean Jaurès, Albert Mathiez, Georges Lefebvre, Albert Soboul, Alfred Coban, François Furet, ne hanno evidenziato anche le dinamiche interne, le mille contraddizioni, il conflitto tra la piccola nobiltà e la corona e quello tra il proletariato nascente e la borghesia, classe già cresciuta sotto l'ancién regime, trascinata suo malgrado nella lotta, ma che alla fine ne prese il controllo e ne ricavò i maggiori benefici. Leggi Tutto |